Una storia di violenze contornata da degrado e povertà che arriva da Quarto. Lei, madre di tre figli avuti da precedenti relazioni, lui ossessionato da lei che nonostante un divieto di avvicinamento e il braccialetto anti-stalking ha tentato di aggredirla e di darle fuoco.
Provvidenziale è stata una chiamata al 112 da parte della vittima e l’arrivo tempestivo dei carabinieri della tenenza di Quarto che hanno fermato l’aggressore a 200 metri dalla casa della sua ex. Follia messa in atto da un 33enne di Giugliano, a cui da qualche mese il tribunale di Napoli aveva imposto di indossare il braccialetto elettronico e il divieto di avvicinamento alla donna. Il limite da non oltrepassare non doveva essere inferiore a 500 metri. Questa la distanza che era stata calibrata sul dispositivo.
L’allarme
Nonostante ciò, sabato sera l’uomo ha più volte violato i divieti facendo scattare l’allarme. Localizzato attraverso il Gps, è stato trovato nei pressi di una pizzeria a poca distanza dalla casa della sua ex: tra le mani aveva due bottiglie contenenti benzina. Immediatamente è stato bloccato e arrestato con l’accusa di violazione del divieto di avvicinamento alla persona offesa. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il 33enne si trovava lì in quanto sarebbe stato mosso da una voglia di vendetta nei confronti della donna che da qualche tempo aveva deciso di mettere fine alla loro relazione.
Dopo svariati “no”, nei mesi scorsi l’uomo aveva rivolto alla vittima numerose minacce facendo scattare le prime denunce e l’applicazione della misura che viene disposta dal giudice come forma di protezione nei confronti delle vittime di violenze e stalking. Il braccialetto, che pesa circa 200 grammi, viene indossato come una cavigliera ed è collegato ad un’App installata su un dispositivo, simile ad un cellulare, ed emette segnali sonori nel momento in cui lo stalker si avvicina, nello specifico quando supera il limite stabilito dal giudice.
L’arresto
Dopo l’intervento dei carabinieri il 33enne è stato condotto in cella di sicurezza in attesa del processo con rito direttissimo che sarà celebrato nella giornata di oggi. Una storia che riporta alla mente quanto accaduto nel 2016 a Carla Caiazzo, vittima della follia del suo ex fidanzato Paolo Pietropaolo che dopo averla aggredita la cosparse di liquido infiammabile e le diede fuoco. Lei, all’ottavo mese di gravidanza, portava in grembo la figlia avuta proprio dalla relazione con il suo carnefice.
La piccola nacque prematuramente ma in buone condizioni, mentre la vittima dopo un lungo calvario è stata sottoposta a decine di interventi chirurgici. Tratto in arresto nelle ore successive all’aggressione, Pietropaolo oggi sta scontando una condanna a diciotto anni di reclusione nei confronti della sua ex per tentato omicidio, stalking e tentato procurato aborto.
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