Forse un giorno, dopo aver dato le luci della ribalta a cuochi e agenti immobiliari, qualche produttore deciderà di fare un programma tv anche per i venditori porta a porta. Probabilmente, loro malgrado, tra le categorie meno apprezzate dai clienti. Ma sicuramente per chi ci sa fare, un mestiere redditizio e divertente. Come Piero Cottu, 32enne sardo che lavora come agente Folletto a Milano.
«Mi occupavo di cavalli, un amico mi suggerì di tentare qui — racconta al Corriere della Sera —. Ero scettico, pensavo di limitarmi a una prova. Il primo mese vendetti 42 apparecchi. Il secondo, 50. Mia moglie minacciò il divorzio se non avessi continuato». Guadagni? «Anche 10 mila euro al mese. Ma se non vendi non mangi».
Il lavoro del venditore porta a porta
Piero Cottu spiega i segreti per vendere aspirapolveri.
Per riuscirci è necessario che a casa siano presenti moglie e marito. «Bisogna convincere sia lui che lei, nessuno si prenderà mai la briga di decidere da solo, pena dramma in famiglia», dice. Per assicurarsi lo stipendio occorre farne almeno tre al giorno. «Perché uno su tre compra di sicuro».
Di certo, il primo obiettivo è risultare simpatici e non infastidire il potenziale cliente. «Spesso ci guardano come dei delinquenti, ma non capiscono che stiamo semplicemente lavorando», dice. «Faccio chiamare la polizia», minaccia un condomino. «Ma questo è niente, a un nostro collega una volta mostrarono una pistola – rievoca Cottu -. Per evitare la denuncia il malcapitato acquistò due apparecchi completi». Riuscire a entrare in sintonia può essere definita un’arte: «Fare questo mestiere è come recitare a teatro. Sono timido, ma quando entro nelle case vado in scena. Certo, suonare campanelli tutti i giorni alla lunga è snervante», conclude.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 4 Ottobre 2024, 10:50
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