In una notte nera, in una piccola spiaggia di sassi, una donna incinta aspetta che il marito la raggiunga per poter tirare a terra la rete e recuperare il pescato. Il parto irrompe all’improvviso, assottigliando irrimediabilmente il confine tra l’ordinario e lo straordinario, fino a fonderli. Il tempo e lo spazio si dilatano, realtà e fantasia si confondono. Miti, simboli e figure arcaiche svelano le Isole Eolie e la loro feroce bellezza tra storie di majare, pescatrici e serpi con i capelli.
La figura della donna pescatrice è realmente esistita: donne che, fino alla prima metà del Novecento, hanno sfidato quotidianamente il mare in barche a remi di notte e di giorno, con i loro mariti o fratelli, da sole o addirittura con i loro bambini appena nati, avendo chiara la rotta grazie alle stelle e agli scogli; donne la cui l’esistenza è stata appannata, che furono molto importanti per l’economia delle isole e la cui profonda traccia rischia di essere cancellata perfino dalla memoria condivisa della gente di mare. Ad oggi sono in vita le ultime quattro pescatrici eoliane, che l’estate scorsa hanno ricevuto le onorificenze dell’ordine al Merito della Repubblica italiana per il loro lavoro e il loro impegno come pescatrici nel mare delle Eolie e a terra, nelle attività collaterali, tra gli Anni Venti e Quaranta del ‘900.
Questo appuntamento chiude la rassegna teatrale “Quadri di donna” che per quattro settimane ha portato allo Spazio TEV le storie di donne diverse ma unite nella loro forte identità femminile.
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